La proposta di legge sulla settimana corta potrebbe subire una svolta drammatica: cosa sta succedendo dietro le quinte.
La proposta di legge sulla settimana corta è destinata a far discutere. In un colpo di scena, la maggioranza ha presentato un emendamento che potrebbe bloccarne il percorso in Parlamento, ma emergono nuove proposte che potrebbero ridefinire il futuro del lavoro pubblico.
La mossa a sorpresa della maggioranza: settimana corta bloccata
Secondo le fonti dell’Ansa, la maggioranza avrebbe presentato un emendamento completamente soppressivo della proposta di legge sulla settimana lavorativa corta, in discussione in Commissione Lavoro alla Camera. Questa decisione arriva in un momento in cui la settimana corta sembrava una soluzione promettente per il pubblico impiego, ma c’è di più: sul tavolo ci sono alternative che potrebbero cambiare drasticamente le regole del gioco.
Durante una recente riunione sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego, Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, ha introdotto un tema cruciale: la necessità di rendere il lavoro pubblico più appetibile, specialmente per i giovani. Naddeo ha proposto un potenziamento delle politiche di welfare, con particolare attenzione al lavoro a distanza per i neoassunti.
I dati presentati dall’Aran parlano chiaro: “si assiste a una progressiva riduzione del personale appartenente al comparto delle Funzioni locali, passato dalle 467.397 unità censite in occasione del rinnovo 2016-2018, alle 429.754 unità censite in occasione del rinnovo 2019-2021, alle attuali 403.633 unità. Oltre 10.000 unità di personale perse ogni anno”, riporta Pamagazine.it.
Uno degli strumenti proposti per contrastare questo esodo è lo smart working, che consentirebbe ai dipendenti di lavorare anche lontano dalla sede fisica, riducendo così i costi di trasporto e migliorando la qualità della vita.
La nota del Movimento 5 Stelle
“La maggioranza si appresta a sferrare un nuovo attacco alle opposizioni. Dopo aver affossato le proposte di legge su salario minimo e conflitto di interessi, ora FdI, Lega e FI si preparano a fare lo stesso con la pdl unitaria per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Se le anticipazioni di stampa che danno notizia di un emendamento interamente soppressivo della proposta fossero confermate, ci troveremmo di fronte all’ennesimo quanto inaccettabile atto di forza compiuto nei nostri confronti”.
E ancora: “Non basta il decretificio a cui siamo di fronte da due anni a questa parte: anche gli spazi riservati alla discussione delle pdl delle opposizioni vengono sistematicamente azzerati. Questa, evidentemente, è la loro idea di democrazia. Daremo battaglia in commissione e in Aula, non gliela faremo passare liscia”. Queste le parole di Valentina Barzotti, capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera così come riporta agenparl.eu.